Il sistema HIT è stato approvato dai dottori Michael Halmagyi e Ian Curthoys, e questo rivoluzionario lavoro è stato il primo ad attirare l’attenzione mondiale sui test HIT nel 1988.

In caso di deficit vestibolare periferico il lato/orecchio di test si può indagare tramite una specifica prova vestibolare. Il più semplice indicatore clinico di una funzione deficitaria dei canali semicircolari è l’Head Impulse test (altrimenti definito come Head Thrust test, oppure Halmagyi-Curthoys test o anche Halmagyi test).

I pazienti con deficit manifestano un movimento oculare correttivo (un “catch-up” saccade) durante e/o dopo l’impulso della testa.

La valutazione della risposta di questo semplice test clinico è infatti affidata alla oggettività del software sul quale viene eseguito, il quale deve riuscire a riconoscere questa piccola saccade di rifissazione che segue un brusco movimento del capo in un piano dello spazio, di solito quello orizzontale.

Il comfort del paziente risulta molto migliorato dagli occhiali più leggeri disponibili nel settore, aventi un peso di circa 60g.

Grazie alle sofisticate videocamere, sono impiegati impulsi al capo di velocità ridotta e compresi tra i 15 e i 20 gradi, rendendo il test più piacevole per il paziente.

L’ esaminatore sta dietro il capo del paziente tenendogli fermo tra le mani il capo.

Il paziente guarda in avanti e gli viene chiesto di tenere sempre gli occhi fissi su un bersaglio, definito fisso al suolo, “earth-fixed target” solitamente proiettato su un muro. A questo punto il medico, o l’operatore in genere, deve iniziare il test.

Egli deve ruotare la testa del paziente bruscamente ed in modo imprevedibile (questo passaggio del test è molto importante) verso destra o verso sinistra.

Non è necessario che la rotazione del capo sia molto ampia, al massimo 10-20 gradi. La registrazione dei movimenti della testa e quindi degli occhi, avviene mediante gli occhiali indossati dal paziente.

Se il riflesso vestibolo-oculomotore (VOR) dell’esaminando è normo funzionante, il soggetto sottoposto ad esame sarà in grado di compensare il movimento accelerativo/impulsivo del capo imposto dall’operatore e convergere con lo sguardo sul bersaglio. Invece, se il VOR è inadeguato perché il paziente è stato affetto da un evento patologico, gli occhi durante il movimento di rotazione perderanno il bersaglio, in quanto non ruoteranno/convergeranno ad una velocità esattamente contraria per compensare la rotazione del capo. Così un VOR inadeguato o patologico sta a significare che gli “occhi vanno con la testa”, andando “fuori bersaglio” a causa della rotazione del capo.

Risulterà perciò evidente che alla fine della rotazione impulsiva il paziente dovrà fare più o meno volontariamente una saccade di correzione per raggiungere nuovamente con lo sguardo il bersaglio.

Per quest’ultimo, che guarda gli occhi del paziente, questo movimento saccadico è molto chiaro ed è stato definito saccade conclamata. Questo è il cosiddetto segno-spia di un’insufficiente funzione del canale semicircolare dal lato verso cui la testa è stata ruotata in modo impulsivo. Quindi, un paziente  con una perdita vestibolare che abbia interessato per esempio il lato sinistro mette in mostra una overt saccade dopo una rotazione del capo verso sinistra. Invece, in un paziente con una perdita bilaterale della funzione vestibolare (Dandy’s syndrome) le saccadi saranno evidenti per entrambi i sensi di rotazione del capo, in tutti i piani dello spazio ed in tutti i piani dei sei canali semicircolari .

Oltre a evidenziare deficit vestibolari, il vHIT è un software progettato per l’analisi dell’oculomotricità che  consiste in una serie di test che valutano i movimenti oculari di inseguimento, rapido (saccadi) e lento (pursuit), che mantengono fissa sulla retina l’immagine di un oggetto in movimento. Lo studio dell’oculomotricità richiede l’utilizzo di un generatore laser, di una mira luminosa e di un sistema di registrazione e analisi dei movimenti oculari (videonistagmografia); consente lo studio delle vie vestibolari centrali.

In breve il VOR è il riflesso oculo-cefalico,  un riflesso vestibolo-oculare mediato dai nuclei vestibolari, che consente di tenere fisso lo sguardo mentre si ruota il capo, operando una deviazione coniugata laterale dei globi oculari in senso opposto alla rotazione del capo.

Oltre a fornire una misura precisa e oggettiva del riflesso oculo-vestibolare, permette ai clinici di sottoporre a test pazienti con nistagmo spontaneo. Possono essere rilevate saccadi evidenti o nascoste, permettendo una diagnosi corretta e opportune raccomandazioni per la riabilitazione. La funzione vestibolare di entrambi gli orecchi può essere valutata e documentata in meno di 10 minuti.

È l’unico che valuta tutti i canali semicircolari:

  • laterale;
  • anteriore e posteriore (LARP/RALP)

È un sistema ultra sensibile e necessita di una telecamera USB ad alta velocità (250 Hz) utile per la registrazione dei movimenti rapidi dell’occhio, che permettono di identificare saccadi evidenti e nascoste.

È più confortevole per il paziente in quanto sarà necessaria un’ampiezza più piccola del movimento della testa. Ha un sensore del movimento della testa superiore per misurazioni estremamente accurate della velocità della testa.

Assicura una posizione corretta della testa del paziente per i test LARP/RALP testando tramite movimento con puntatore in spazio libero con stabilità e tempo di risposta. Fornisce una risposta all’operatore se l’impulso è stato fatto in modo appropriato garantendo dati di analisi corretti.

La taratura è rapida e semplice, con due laser incorporati direttamente negli occhiali, il paziente deve far sì che la “mira” sia al centro dei laser proiettati a muro, a questo punto si procede con l’esecuzione della taratura che in media ha una durata di alcuni secondi. Il test può essere eseguito ovunque anche in spazio limitato (clinica, stanza di emergenza, ecc.)

Il dato dell’impulso non accurato viene scartato automaticamente e solo il dato accurato viene analizzato, a volte è possibile evidenziare artefatti che fortunatamente per l’esaminatore ma soprattutto per l’attendibilità dell’esame del paziente si riconoscono sul tracciato morfologico.

L’HIT è di particolare importanza nella valutazione del paziente in acuto. In presenza di una vertigine acuta, un HIT negativo suggerisce un buon funzionamento del recettore periferico, e un possibile problema a livello dei nuclei vestibolari.

Questo test può generare dei falsi positivi, ma, quando è palesemente positivo, dà una certezza quasi assoluta che si tratti di una vertigine periferica. Il video-HIT si rivela utile nello studio dei canali verticali