La reflessologia stapediale (riflesso acustico-faciale) sfrutta il fenomeno per cui la presentazione ad un orecchio di uno stimolo acustico di elevata intensità (circa 70-80 dB sopra la soglia audiometrica) induce la contrazione bilaterale del muscolo stapedio della staffa. Tale stimolo, attraverso il ramo cocleare del nervo acustico giunge ai nuclei cocleari omolaterali ed al complesso olivare superiore omolaterale e controlaterale. Successivamente, i neuroni di associazione trasferiscono lo stimolo al nucleo di origine del nervo faciale ipsilaterale e controlaterale da cui parte l’efferenza per il ramo stapediale con conseguente contrazione del muscolo stapedio. La contrazione del muscolo determina una brusca variazione di impedenza che è possibile registrare come un aumento di rigidità del sistema timpano-ossiculare. Per registrare la variazione di impedenza determinata dalla contrazione del muscolo della staffa, è necessario posizionarsi con lo strumentario sul picco della campana del timpanogramma. Lo stimolo acustico viene inviato attraverso una cuffia sull’orecchio controlaterale alla registrazione timpanometrica (solo eccezionalmente si effettuano registrazioni ipsilaterali). Si utilizzano come stimoli acustici toni puri a frequenza 0,5-1-2-4 Khz e rumore bianco, della durata di un secondo; la soglia minima di evocazione del riflesso è generalmente rilevabile a 70-80 dB HL sopra la soglia uditiva dell’orecchio in cui si invia lo stimolo acustico. La registrazione dinamica di questo fenomeno presenta numerose importanti e semplici applicazioni cliniche in quanto è possibile esaminare:
• lo stato della catena ossiculare in alcune ipoacusie trasmissive;
• la sede di lesione (coclea o nervo acustico) in alcune ipoacusie neurosenosoriali;
• lo stato del nervo faciale;
• il quadro clinico di alcune affezioni neurologiche.
Nel caso sia presente un’ipoacusia neurosensoriale, lo studio dell’afferenza acustica dell’arco riflesso stapediale permette di evidenziare sia il recruitment cocleare sia l’adattamento patologico neurale rispettivamente con il test di Metz e con il Tone Decay Test.